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Il virus dell'ingrassamento

Oggi è uno di quei giorni in cui penso di essere guarita dal mio rapporto sgangherato col cibo.
Aspetto sempre di stabilizzarmi su un peso e mantenerlo a vita per considerare archiviata la questione, ma tendo a pensare di essere arrivata a un buon punto del percorso.


Parlo di guarire come si trattasse di una malattia, anche se non si tratta di una patologia riconosciuta quella di cui soffrivo, e di cui immagino soffrano tante persone, ma forse non è sbagliato considerarla alla stregua di un'allergia o una influenza cronica.
Come la depressione in forma lieve può essere confusa con momentanei e comuni stati d'animo dovuti a fattori esterni, anche una relazione tormentata col cibo potrebbe considerarsi una versione edulcorata dei disturbi alimentari. So poco nulla di psicologia, e fatico addirittura a distinguerla dalla psichiatria, per cui non mi addentrerò in termini e teorie tortuose con le quali non ho alcuna dimestichezza. Ma lo stato di benessere che provo adesso non è affatto dissimile a quella mattina meravigliosa in cui ci si alza dal letto con la testa leggera e fresca, il naso che non gocciola più e l'assenza di raschio in gola, quel glorioso risveglio in cui non ci si sente più tutte le ossa rotte e si gode della ritrovata salute dopo una settimana di influenza ed emicrania.

Continuo a pensare al cibo e continuo a farmi un resoconto mentale di cosa ho mangiato nell'arco della giornata, ma si tratta di un ripasso sereno, senza l'ansia dell'aver mangiato troppo. Si tratta per lo più di una stima dei nutrienti. Se a pranzo ho mangiato un primo, ad esempio, mi serve a ricordare che la sera magari sarebbe meglio un secondo, o se il giorno prima ci sono stati bagordi da fast food mi rammenta che stare leggeri e abbondare di frutta fresca potrebbe essere un'idea per riequilibrare il karma. Col cavolo che due mesi fa avrei fatto di questi conti con tanta tranquillità e che sarei poi riuscita seguire i mie stessi consigli. Quello che è cambiato è tutto nella mia testa, come dopo le pulizie di primavera, quando tutto è più areato e limpido, corroborato dalla magnifica sensazione di aver messo in ordine e aver raggiunto un buon risultato.


Ecco, oggi è uno di quei giorni in cui penso che lo stato di caos precedente potesse considerarsi una malattia. Non sembra essere qualcosa di cui si preoccupa troppo, perchè affligge talmente tanti che viene considerato uno stato naturale di essere, la norma. Le diete drastiche dopo gli eccessi, le iscrizioni a vuoto in palestra, l'invidia, i sacrifici e la sensazione a volte di essere soli e impotenti davanti alla scelta fra il frigo e la felicità stessa. E' come se metà popolazione fosse affetta da un virus così blando da risultare invisibile, e così diffuso da essere considerato un tratto comportamentale.
A rileggermi mi sento sull'orlo delle protesi di complotto, a tanto così dall'incolpare le scie chimiche. Quindi per oggi soprassiederò, andrò a farmi un bel frullato e mi godrò la gioia degli specchi che incontro, e quella faccetta soddisfatta che ci fa capolino. L'unica cosa che so è che basta tanto poco così per riassettare le idee, e spero di poter riattingere da questa consapevolezza se mai dovesse tornarmi quella schifo d'influenza...

Moon [-8.8kg]

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